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Metello – Vasco Pratolini

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Il protagonista del romanzo, Metello Salani, è figlio del renaiolo[1] anarchico Caco, morto affogato nell’Arno in un incidente di lavoro; la madre invece era morta di parto pochi mesi prima, e il bimbo era stato messo a balia fuori Firenze, da Isolina Tinaj. Alla morte del padre, Metello viene allevato insieme ai figli naturali dei Tinaj fino ai 15 anni, lavorando la campagna.

A causa di problemi con le forze dell’ordine Eugenio, marito di Isolina, decide di cercare lavoro in Belgio e parte con la famiglia, escludendo però Metello che non ottiene il permesso non essendo adottato. Il giorno in cui i Tinaj partono dalla stazione, Metello scappa e raggiunge Firenze, la città in cui è nato, dove trova per caso lavoro come scaricatore presso i mercati generali. Qui viene preso in simpatia da Betto, un anarchico che era stato amico di suo padre Caco: nonostante abbia un minimo d’istruzione, fa un lavoro umile e, a causa dell’attività repressiva della polizia contro le organizzazioni operaie, entra ed esce di prigione; Betto insegna al ragazzo a leggere e scrivere e assume la funzione del padre che gli è sempre mancato.

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