CANTO I DELL’INFERNO
La “Divina Commedia” affronta temi che dopo oltre 700 anni risultano ancora attuali e che sono per noi spunto di riflessione sempre attualizzante.
Infatti, le tematiche trattate da Dante si riferiscono a diversi ambiti sui quali ci si interroga sin dai tempi più antichi e che toccano la vita di ogni individuo ancora oggi, come la politica, l’amore, e tanti altri.
Qui ci troviamo nel primo canto, che è di introduzione all’intero poema e non al solo Inferno; proprio per questa sua natura di introduzione generale, il canto anticipa il motivo di fondo che regge tutta la “Divina Commedia”: quello del cammino dell’uomo o addirittura dell’intera umanità verso la sua mèta finale.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
In questi che sono in assoluto i versi più famosi della Divina Commedia, Dante interpreta la vita come un cammino che ha per destinazione il BENE. Ma questa via, ci dice, può essere smarrita dall’uomo nel corso della sua esistenza.
E Dante, in fondo, SIAMO NOI.
Sì; perché Dante è anche ciascun adolescente come me, come lei, come lui, che oggi si trova a fare i conti con questa pandemia che sembra voler tenere in ostaggio la nostra felicità per un tempo che è invece PREZIOSO…
… questo nemico invisibile, che ci fa sperimentare l’esperienza della “selva oscura”, tra solitudine e sentimenti cupi… e che a volte è così difficile da descrivere, o da condividere.
Eppure, Dante ci insegna che anche nell’angoscia c’è qualcuno, una guida, un Virgilio, a cui chiedere aiuto.
E ci dice chiaro che, da quella selva, CI SI SALVA.
Classe III LS