Il nostro “addio ai monti”

Perché leggere i Promessi sposi? La professoressa dice “per sapere come siamo fatti”: dentro di noi ci sono pezzettini di Renzo, Lucia, Agnese, Don Abbondio, la Perpetua, Fra’ Cristoforo, Don Rodrigo, il Griso, la mamma di Cecilia, il dottor Azzecca-garbugli, l’Innominato e della monaca di Monza…

 E poi c’è il piacere di leggere un romanzo senza tempo e il gusto di provare a riscrivere qualche riga. Buona lettura!

Addio, casetta mia, accogliente e calorosa, con quel piccolo tocco di confusione che ti rende caratteristica e che dà quel senso di vissuto, addio alla tua differenza di odori al cambiar della stanza, dall’odore della legna che arde nel camino in salotto, al profumo del cibo che bolle in pentola. Addio a quelle scale percorse migliaia di volte su e giù in continuazione, addio al mio bagno che ha assistito ai miei concerti più sfrenati ed infine addio alla mia cameretta, che mi ha visto piangere ed essere triste per giorni interi, ma mi ha visto anche fare salti per la gioia ed impazzire per stupidaggini. Addio a questo pezzo di vita trascorso tra le tue mura.

 Francesco Bartolucci IV AFM

Addio paesino mio, che sorgi sulle colline incontaminate della valle del Metauro, bagnato da un limpido fiume che d’estate rinfresca e tiene compagnia. Addio paesino, che mi hai cresciuto e mi crescerai finchè non ci separeremo. Addio alle estati passate, al fiume e al parco, alle giornate semplici e banali che tra un paio d’anni rimpiangerò. Addio anche al Palio del somaro che ha accompagnato e riempito di gioia la mia infanzia e quella di tutti i bambini. Addio paese…sei vecchio e poco moderno, ma forse proprio per questo sei speciale e sei entrato a far parte dei borghi più belli d’Italia. Addio, paesino mio, non mi dimenticherò mai di te.

Manuel Ciaffoni IV AFM

Addio casa in campagna, addio alla solitudine che da un anno a questa parte sto vivendo, addio alla neve che ormai, anche in primavera, si deposita sulle colline verdi che mi circondano. Addio ai turisti che si fermano e chiedono informazioni… come se casa mia fosse un agriturismo. Addio ai corrieri che fanno sempre difficoltà ad arrivare alla mia abitazione. Addio ai tre piani della casa che con fatica percorro tutti i giorni, al mio immenso giardino e alla fatica per curarlo. Addio alle api che mi ronzano intorno alla finestra, agli uccelli che cinguettano di prima mattina,  alle poche case qui intorno. Addio all’ansia di aver dimenticato delle cose a casa quando sono altrove, ai lunghi tragitti per arrivare in paese per stare con gli amici. Addio casa, inevitabilmente resterai, comunque, la casa del mio cuore.                                                                            

Martina Guerra IV AFM

Addio care montagne, luoghi in cui la bellezza della natura sovrasta il paese, addio ai  boschi pieni di alberi meravigliosi, alle case abbandonate e ai luoghi ancora inesplorati. Addio alle strade che ogni giorno ho percorso, sia da solo che in compagnia. Strade che si ramificano per il paese come le radici di un albero. Addio “al campo”, luogo in cui, assieme ai miei compagni, ho passato metà infanzia a giocare a calcetto. Addio a quelle sensazioni che si provavano ad andare sull’unica altalena del paese; addio a quelle gare, che facevo con i miei compagni, per arrivare primo e godermela pienamente. Addio alla piazzetta davanti casa in cui ogni sera ci incontravamo, quel luogo di amori e litigi… quel luogo in cui migliaia di sensazioni si sono incontrate e hanno contribuito a costruire quello che sono adesso. Addio a tutte le persone anziane che abbiamo sempre considerato noiose, in realtà erano semplicemente persone che volevano il nostro bene. Addio a quelle loro frasi ”Attenti con quelle bici, andate più piano!” oppure “Non andate laggiù, è pieno di bisce!”, delle quali ho capito solo crescendo il vero significato. Addio al  luogo che mi ha  cresciuto. Ma ora sono grande, devo andarmene, devo trovare la mia strada. Ci rivedremo, ma per ora… addio Montecalvo in Foglia!

 Karim Kiram IV AFM

Addio monti: cime possenti che ci proteggono, che sono un po’ casa nostra. Addio torrenti dei quali si distingue lo scroscio… familiare colonna sonora che culla i miei pensieri. Addio al suono dei bambini che giocano al parco di pomeriggio, agli uccelli che mi svegliano di mattina, alle villette a schiera, al centro storico, alla banca che apre sempre in ritardo. Triste è il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana. Mi accompagna la speranza di fare ritorno a quell’aria fresca, ossigeno puro che mi riempie come linfa vitale. Mi mancherà il cielo sgombro di palazzi che permette di ammirare i temporali estivi, mi mancherà quel cielo grigio che, chissà perché, mi fa sentire protetto, una carta da filtro per il mio piccolo paradiso. Mi mancherà la possibilità di usare la fantasia ogni qualvolta che mi ritroverò di sera in sentieri di pietra deserti, fingendo di essere dentro quel libro che ho paura di finire perché mi piace troppo. Mi mancheranno gli strilli di mia sorella quando apro l’acqua mentre si fa la doccia; mi mancheranno i gatti che graffiano la porta alle due di notte, mi mancherà la parete di camera mia tappezzata di farfalle e il pavimento freddo d’inverno. Forse questo è un arrivederci? O forse questa è solo la mia speranza? 

Di tal genere, so non tali appunto, erano i pensieri di Sara, mentre il treno per l’università andava avvicinandosi alla fermata della stazione. 

Sara Pierli AFM

Ecco, questo è quello che abbiamo riscritto e  “c’è parso così giusto, che abbiam pensato di metterlo qui, nel nostro annuario. Se non v’è dispiaciuto affatto leggere queste righe, vogliatene bene a chi e le ha scritte… Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.”   

IV AFM

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