La storia come memoria
La memoria è una funzione psichica e neurale che risiede nell’ippocampo. É una capacità naturale posseduta dal nostro cervello ed è quella che ci permette di immagazzinare le informazioni che recepiamo e tirarle fuori dal cassetto quando richieste. È uno dei più grandi beni congeniti dell’essere umano perché ci permette di imparare dai nostri errori ed evolverci nello scorrere del tempo; senza questa saremmo poco più che amebe.
Ricordare è importante per non ripetere gli stessi errori del passato, da quelli piccoli come cadere dalla bici a quelli che privano la vita a poveri innocenti come le guerre, i genocidi e tanti altri esempi che sono difficili da ricordare senza commuoversi. Ed è proprio il caso in cui la memoria di questi eventi scompaia che incute paura a coloro, ormai anziani, che sono sopravvissuti lasciando indietro amici e parenti. La giornata della memoria esiste per non far cadere nel dimenticatoio ciò che è avvenuto e quindi non farlo avvenire di nuovo corrompendo ancor di più una storia già macchiata di sangue. Ma noi, che viviamo nel presente, in costante aggiornamento, collegati tramite rete in tutto il mondo e vogliamo conoscere tutto subito, sappiamo veramente cosa è stato l’Olocausto?
Di certo sappiamo che l’Olocausto è lo sterminio di tutte quelle persone definite inferiori, per motivi politici e razziali, dalla popolazione tedesca. Sappiamo che l’Olocausto ha colpito in particolar modo gli Ebrei considerati dai tedeschi una popolazione ignorante e con una religione sbagliata, anche se in realtà erano perseguiti perché tra di loro vivevano i banchieri e gli strozzini più ricchi. Sappiamo che tutto è cominciato con l’esclusione degli Ebrei dalle attività pubbliche, come la partecipazione alle scuole, ed ha perseverato fino ad arrivare ad una vera e propria persecuzione: famiglie cacciate dalle proprie case, padri licenziati dai propri lavori…. e ha raggiunto il suo culmine con la deportazione nei campi di concentramento. Inoltre, siamo a conoscenza delle crudeltà che sono avvenute all’interno di questi luoghi infernali poiché tutti, spinti dalle proprie curiosità o esortati dalle proprie famiglie e insegnanti, hanno guardato almeno un film dedicato a questi avvenimenti. Ma la cosa che non sappiamo e che non potremo mai sapere è ciò che hanno provato queste persone: per quanto possiamo guardare film, mostrare compassione, comprendere la storia, avvicinare il nostro cuore e il nostro animo a questi ricordi, non possiamo realmente sapere le emozioni provate dalle persone che hanno preso parte all’Olocausto. Per capire ciò basta guardare una delle minuziose interviste di Monica Maggioni agli Ebrei sopravvissuti. Qui cogliamo espressamente la differenza che c’è tra il nostro ricordo e il loro, caratterizzato da un’enorme cicatrice. Questo però è un ulteriore motivo per il quale abbiamo l’obbligo di ricordare questi avvenimenti; non solo per rendergli giustizia, ma per imparare dalla storia e, come è già stato ripetuto numerose volte in questo articolo, non ricadere negli stessi errori.