Dante tra le stelle

Nella deliziosa cornice del Teatro “Angelo Battelli” di Macerata Feltria, giovedì 11 novembre 2021 si è tenuta la conferenza pubblica “Miti greci sulla volta celeste e astronomia dantesca”, rivolta non solo agli studenti dell’I.O. “Montefeltro”, ma a tutto il territorio, perché insieme è ancora più bello tornare a diffondere Cultura. 

Il bravissimo Massimo Fucci, planetarista senior  al Museo del Balì  di Saltara, ci ha coinvolti nella sua lezione-spettacolo colta, ricca e al tempo stesso divertente. 

Abbiamo così potuto riflettere sulle straordinarie conoscenze scientifiche di Dante, che già dal I canto dissemina i versi di riferimenti astronomici: “Temp’era dal principio del mattino, e ‘l sol montava ‘n su quelle stelle”, che fa riferimento alle stelle della costellazione dell’Ariete.

Ai tempi di Dante la concezione dell’universo era ancora quella tolemaica, con il sole fisso al centro e, nella visione degli uomini del Medioevo, conficcato al centro del nostro pianeta, c’era Lucifero… 

Ma vi era già la consapvolezza di due emisferi: il primo, dove avrà luogo l’inizio del famoso viaggio, in concomitanza dell’equinozio di primavera, segnato appunto dal sorgere del sole nella costellazione dell’Ariete; il secondo, dove collocherà il monte del Purgatorio, che il personaggio-Dante raggiungerà al calar del sole e con l’arrivo della notte nella costellazione della Bilancia.

Da questi riferimenti, ci ha spiegato Massimo Fucci, possiamo dedurre che i contemporanei del Sommo Poeta credessero in una Terra sferica, come si evince dai versi Già era ‘l sole a l’orizzonte giunto […] e la notte, che opposita a lui cerchia”. Essi avevano anche conoscenze riguardo l’equatore ed il piano dell’eclittica, che è inclinato rispetto al sole, citato nei versi “vedi da come indi si dirama l’oblico cerchio che i pianeti porta, per soddisfare il mondo che li chiama”.

L’esperto ci ha anche ricordato che nell’antica Grecia, e poi nell’antica Roma, ogni corpo celeste corrispondeva a un Dio: Afrodite, ad esempio, era Venere, identificata con il pianeta più luminoso; anche Dante, a distanza di secoli, lo cita parlando della costellazione dei Pesci: ”Lo bel pianeto che d’amar conforta faceva tutto rider l’oriente, velando i Pesci ch’erano in sua scorta”.

E’ anche stato davvero coinvolgente ascoltare miti più o meno conosciuti, come quello che ci lascia immaginare la volta celeste sorretta da Atlante: in essa è situata la Via Lattea, citata anche nel Paradiso: “Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia tra ‘ poli”.

Questi sono solo alcuni riferimenti della cultura enciclopedica di un Poeta che ha saputo interpretare perfettamente tutti i saperi della propria epoca e ci stupisce ogni volta per la maestria attraverso la quale è riuscito a farli giungere fino a noi. 

Curioso è stato, infine, rendersi conto come  ciascuna cantica termini con la parola “stelle”: nell’Inferno “… E quindi uscimmo a riveder le stelle“; nel Purgatorio “… puro e disposto a salire alle stelle” e nel Paradiso “ L’amor che move il sole e l’altre stelle“.

E’ stato un incontro affascinante, che è riuscito a stupirci coniugando davvero piacevolmente Astronomia, Scienza, Mitologia e Arte sotto il segno del Sommo Poeta.

La Redazione

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