Il meglio di ognuno
A. Einstein da “Il mondo come io lo vedo” (1931)“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Einsten nel suo testo riflette su come la crisi possa diventare altro, non più un punto di debolezza, di “stagno” ma il “trampolino” per un nuovo inizio, per ripartire in modo migliore e nuovo.
La crisi di cui parla Einstein è la stessa che da circa due mesi ci costringe a stare chiusi nelle nostre case. Einstein, con coraggio, ci dice che la crisi può essere una benedizione, si, perché la crisi porta non solo ad uno sviluppo inventivo, ci permette, anche, di scoprire un lato più umano di noi stessi. In questo momento della storia e della nostra vita, ci ritroviamo a combattere contro qualcosa che non possiamo vedere, ma che in soli due mesi ci ha bloccato dentro le nostre case, ha bloccato l’economia dei nostri territori, ha portato alla chiusura delle scuole, ha portato a numerose restrizione da parte delle regione e dei singoli comuni, insomma, un sacco di “cose” negative! Le giornate ci sembrano tutte uguali e il tempo sembra non passare mai, non sappiamo più cosa fare e ci annoiamo e molto spesso ci lamentiamo, come se questo potesse aiutare. Einsten nel suo testo dice “Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia”. Niente di più vero!
Ci lamentiamo continuamente perché solo adesso ci rendiamo conto dell’importanza che avevano le cose che potevamo fare prima, di quanto fosse straordinario poter circolare liberamente, di quanto fosse bello, anche se faticoso, svegliarsi la mattina e andare al lavoro, a scuola. Ci siamo accorti di come sia veloce e semplice poter perdere e non poter far più le cose che prima facevano parte di quella routine che tanto criticavamo e che adesso invece rimpiangiamo. Ci siamo accorti di come sia difficile rispettare le regole, perchè nessuno mai ci aveva imposto o ordinato di fare qualcosa, tutti ci eravamo adagiati su quella che la Costutizione ritiene “un diritto inviolabile”: la libertà.
Però poi siamo stati anche bravi e ragionevoli, abbiamo capito che se volevamo uscire da questo tunnel dovevamo lavorare tutti insieme, cercare una soluzione, collaborare, tenere duro. Le regole che non ci piacevano tanto abbiamo imparato ad apprezzarle, a rispettarle, abbiamo compreso che era, ed è, per il nostro bene, per il bene dei nostri cari, per il bene di una comunità che ha bisogno dell’impegno di tutti per poter tornare a sorridere.
Abbiamo imparato a dire grazie, grazie a chi in questo periodo lavora e fa turni più lunghi di quelli che dovrebbe fare per poter assicurare servizio e disponibilità negli ospedali, grazie ai nostri professori che hanno continuato, con lo stesso impegno e dedizione, a “fare” scuola, grazie alle persone che lavorano nei supermercati. La cultura non si ferma, la sanità non si ferma, l’economia va a “rallentatore”, ma non si ferma.
È vero, la crisi è una realtà complessa, difficile e dolorosa, nessuno vorrebbe mai inciamparci, ma talvolta è qualcosa di necessario, di “rigenerante”. Questa crisi, questo periodo, ci ha fatto fermare e ci ha fatto davvero aprire gli occhi , su tutte le cose che diamo sempre per scontate.
Questo doversi fermarsi ci ha donato la possibilità di fare anche i “conti” con noi stessi, di conoscerci meglio, di capire se quello che abbiamo fatto o stiamo facendo ci piace, ci soddisfa. E’ stato un momento di riflessione per le tante coppie che da troppo tempo non si guardavano, non si “vivevano”. Insomma per tutti è stata un momento di riflessione ma soprattutto una possibilità per un cambiamento, per riprendere a pieno la nostra vita tra le mani. Quando torneremo a vivere in pienezza e presenza, è importante che questo tempo di riflessione diventi qualcosa di concreto.
Si ha ragione Einsten: “è dalla crisi che emerge il meglio di ognuno”
Emma Frroku; V AFM